Animali ed escrementi, tutti i casi più strani. C’è anche chi li fa a cubetti…

Il mondo degli animali è ricco di stranezze e curiosità tutte da scoprire. Alcune sono affascinanti e spingono a guardare con meraviglia la natura, altre sono così assurde da lasciare spiazzati o far scoppiare in una fragorosa risata. In quest’ultima casistica rientrano per forza di cose le informazioni che riguardano la sfera della corporalità, capaci di regalare qualche minuto di divertimento e di far esclamare: “Ma davvero?”. Lo stupore cresce a dismisura quando si affronta il capitolo escrementi: ci sono alcuni animali che si liberano l’intestino in modo piuttosto inusuale e in questo articolo daremo un’occhiata ai casi più bizzarri.

Escrementi dalle forme particolari

Partiamo da una delle curiosità meno oscure: gli escrementi dei conigli hanno la forma di palline. Quando questi animali sono in salute e seguono una dieta corretta, la consistenza delle feci è solida e friabile. Se sono diverse, è probabile che sia in corso una qualche malattia o che l’alimentazione sia da rivedere. Nel periodo in cui fanno la muta, i conigli possono anche produrre delle feci a “catenella”, causate dall’ingestione di una quantità di pelo eccessiva. Per evitare blocchi intestinali è utile spazzolare gli animali e aumentare l’apporto di fieno nella loro dieta. Un’altra curiosità è che i conigli mangiano i loro escrementi, perché sono ricchi di sostanze nutritive.

Un vombato
Photo by JJ Harrison licensed under CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en)

Parlando di animali che producono degli escrementi dalla forma particolare è impossibile non citare i vombati. Le feci di questi simpatici marsupiali australiani sembrano dei cubetti e per i ricercatori ciò dipende dal fatto che la lunga digestione dell’animale renda il cibo che ingerisce secco e compatto prima di arrivare nell’intestino, dove la presenza di una serie di creste orizzontali “modella” gli avanzi fino a conferire loro l’aspetto caratteristico. È anche possibile che i vombati si siano adatti all’ambiente in cui vivono e abbiano iniziato a produrre degli escrementi spigolosi per impedire che rotolassero lontani dal loro territorio. Come altri animali, infatti, questi marsupiali usano le feci per far capire alle altre specie quali zone del territorio sono già occupate.

Feci usate in modo inusuale

Gli avvoltoi e le cicogne, assieme ad altre specie di uccelli, defecano sulle loro zampe per rinfrescarsi quando hanno caldo (in gergo tecnico si parla di uroidrosi). L’evaporazione dell’acqua contenuta negli escrementi, infatti, li aiuta ad abbassare la temperatura corporea. In linea di massima è un po’ quello che fanno gli esseri umani con il sudore.

Come accennato, vari animali usano le proprie feci per marcare il territorio e mandare dei messaggi. I rinoceronti hanno fatto di questa abitudine una vera e propria arte, tanto che i membri della specie possono comunicare una vasta gamma di informazioni diverse tramite le evacuazioni corporee. A differenziarli da altri animali che adottano lo stesso comportamento ci pensa l’abitudine a depositare gli escrementi nello stesso posto.

Tra gli animali più creativi con le proprie feci ci sono i pesci pappagallo, che nel corso dei secoli hanno imparato a usarle per creare delle spiagge. La loro dieta, infatti, è composta perlopiù da coralli, dei quali espellono la parte solida che, nel corso del tempo, si trasforma in sabbia. Le stime dei ricercatori indicano che nei dintorni dell’isola di Vakkaru, nelle Maldive, i pesci pappagallo producono circa 531.000 chilogrammi di sabbia ogni anno.

Lo scarabeo stercorario, il re degli escrementi

Se esiste un animale che chiunque associa all’istante alle feci, quello è senz’altro lo scarabeo stercorario. L’insetto è famoso per la sua abitudine di creare delle sfere di escrementi molto più grandi di lui, che fa rotolare fino alla sua tana per poterne estrarre con calma i nutrienti in qualsiasi momento. Per lo scarabeo stercorario, tuttavia, le feci non rappresentano solo una fonte di energia, ma anche un “nido” sicuro nel quale depositare le proprie uova.

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