Zebra, tutte le curiosità sull’animale

Conosciuta soprattutto per le strisce bianche e nere del mantello, la zebra si trova ancora oggi in varie parti dell’Africa

La zebra è quell’animale che si associa alle strisce bianche e nere che ricoprono tutto il corpo, ma che rappresentano solo una delle tante curiosità sul suo conto.

Ad esempio questo mammifero è uno stretto parente del cavallo, come suggerito anche dal nome scientifico della specie più diffusa, Equus quagga, che indica come la zebra appartenga appunto alla stessa famiglia, quella degli equidi (o Equidae), oltre che allo stesso genere Equus.

Della funzione precisa delle sue striature ti parlerò meglio più avanti, ma intanto ti interesserà sapere che anche su questo splendido animale, purtroppo, incombe la minaccia dell’estinzione: se la zebra di pianura (Equus quagga, o zebra comune) è considerata prossima alla minaccia dalla lista rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), per via di una popolazione in calo, le altre due specie più note, ovvero Equus zebra (zebra di montagna) ed Equus grevyi (zebra di Grevy zebra imperiale), sono ritenute rispettivamente “vulnerabile” e “in pericolo”, ancora una volta per le attività svolte dall’uomo e per l’impatto di quest’ultimo sul suo habitat.

Vediamo quali sono le sue principali caratteristiche, dalle abitudini alimentare al carattere di un animale unico che va protetto in tutti i modi.

Caratteristiche della zebra

Il nome scientifico delle varie specie di zebra, da Equus quagga ad Equus zebra, segnala la parentela con il cavallo, resa abbastanza evidente anche da un corpo dalla forma simile tra i due animali.

Esistono però anche delle differenze: ad esempio, rispetto ai cavalli le zebre sono molto meno propense ad essere addomesticate, a causa di un carattere più imprevedibile e a tratti aggressivo, specialmente in situazioni di stress, che rende difficile allenare questi animali per pratiche come l’equitazione.

La zebra, nonostante sia molto simile al cavallo, non è addomesticabile
La zebra, nonostante sia molto simile al cavallo, non è addomesticabile – Pexels @Pixabay Socialboost.it

Le dimensioni possono variare leggermente da specie a specie, passando dalla più piccola zebra comune, che ha un peso compreso tra 200 e 350 kg circa, alla zebra imperiale che può pesare anche più di 400 kg. In ogni caso, la lunghezza è quasi sempre compresa tra il 2,2 e 3 metri, compresa la coda, mentre l’altezza va da 1 a 1,5 metri.

A provocare grande curiosità quando si parla di questi animali, però, sono soprattutto le strisce che ricoprono il mantello, una caratteristica decisamente unica: si tratta di striature verticali nella prima metà del corpo, che diventano orizzontali nella parte posteriore della zebra, con uno spessore che può cambiare a seconda delle specie.

La colorazione classica delle strisce è bianco e nera, ma in alcuni casi tonalità sul rosso-bruno si alternano a colori più vicini ad un giallo chiaro.

Ma a che cosa servono le strisce delle zebre? Anche se molti studiosi in passato le hanno ritenute utili per la mimetizzazione, un comportamento non in linea con l’atteggiamento vivace e rumoroso della zebra, una ricerca più recente ha dimostrato che le striature possono rivelarsi molto utili per difendere gli animali da insetti come i tafani, che possono provocare la peste equina e che sarebbero disturbati proprio dalle strisce nella fase in cui si avvicinano alle zebre per posarsi sul loro corpo.

In ogni caso, anche se ad una prima occhiata potresti notare il bianco come colore prevalente, il corpo della zebra in realtà è nero con striature più chiare, un tratto distintivo sviluppato nel tempo, ancora una volta, per tenere lontani gli insetti più insidiosi.

Normalmente le zebre vivono in gruppi familiari composti da meno di 10 esemplari, fatta eccezione per quelli costituiti da soli esemplari maschi, che possono essere anche più numerosi.

Questi mammiferi sono in grado di convivere pacificamente con altri animali, come gnu o struzzi, ma gli stalloni possono diventare aggressivi e violenti per difendere il proprio gruppo familiare, detto anche harem, dalle invasioni di altri maschi.

In fase di riproduzione, lo stallone a capo di un gruppo si accoppia con tutte le femmine che ne fanno parte, che a propria volta partoriscono i puledri dopo circa 12 mesi di gestazione.

Il cucciolo di zebra, fin dai primi minuti dopo la nascita, è in grado di camminare e poppare dalla madre, dalla quale si separerà dopo circa un anno, in seguito alla nascita di un nuovo puledro, per unirsi ad un gruppo di scapoli in attesa di entrare a far parte di un harem, o crearne uno proprio.

Purtroppo a volte i cuccioli, se non appartenenti al capo dell’harem, sono mal visti dallo stallone, che può arrivare ad attaccarli e persino ucciderli.

Potrebbe sorprenderti sapere che la zebra è erbivora, dato che si nutre principalmente di graminacee, ma nella loro dieta rientrano anche ciuffi d’erbafogliegermoglicorteccia e radici.

A causa del loro stomaco molto semplice, le zebre preferiscono un’erba povera di nutrienti ma devono trascorrere buona parte della loro giornata a mangiare.

Come potrai immaginare, nelle grandi praterie africane che predilige, ma non solo, la zebra deve guardarsi dai molti predatori che abitano il suo stesso ambiente, specialmente leoniiene e coccodrilli, ma occasionalmente anche leopardi e ghepardi.

In ogni caso, non parliamo di una preda catturatile facilmente: considera infatti che le zebre possiedono un’ottima vista e comunicano tra loro per segnalare la presenza di pericoli.

Se attaccate, possono fuggire a grandi velocità, che sfiorano i 60 km/h, ma sono anche in grado di contrattaccare affidandosi al loro morso e agli zoccoli, che rendono i calci dell’animale particolarmente temibili.

Per queste ragioni, la maggior parte dei predatori si concentra spesso sugli esemplari più giovani lasciando stare gli adulti.

È una specie a rischio estinzione?

Il termine zebra è sinonimo di Africa, semplicemente perché tutte le specie appartenenti al genere Equus vivono in questo continente, pur occupando talvolta habitat differenti.

Ad esempio, le zebre comuni o di pianura si trovano soprattutto nelle grandi praterie e nelle savane caratterizzate dalla presenza di arbusti, in un’area che comprende EtiopiaSudanMalawiMozambico e Zambia.

Le zebre sono "vulnerabili" nella scala del rischio d'estinzione
Le zebre sono “vulnerabili” nella scala del rischio d’estinzione – Pexels @Magda Ehlers – Socialboost.it

 

La zebra di montagna si distingue invece per preferire le zone ad alta quota, ma si trova ormai solo in Namibia e in alcune parti del Sudafrica. In passato, l’area occupata da questi animali era molto più ampia, ma a causa delle minacce delle quali ti parlerò a breve la popolazione delle varie specie e sottospecie è diminuita nel tempo.

Parlando in generale, la zebra viene ritenuto oggi un animale vulnerabile, con il rischio di estinzione che è ritenuto diverso in base alla specie presa in considerazione. Ad esempio, la lista rossa per le specie minacciate definisce “in pericolo” la zebra imperiale o di Grevy e “vulnerabile” la zebra di montagna.

Al contrario, la zebra di pianura è ritenuta “prossima alla minaccia”, dato che negli ultimi decenni una sua sottospecie si è già estinta e considerato che le popolazioni di questo animale sono calate vistosamente o scomparse in alcuni Paesi africani. Fortunatamente, vari governi nazionali hanno provato ad invertire la rotta istituendo diverse aree protette, all’interno delle quali i rischi sono molto ridotti.

Le minacce fronteggiate dalle zebre sono quasi sempre le stesse, a prescindere dalla specie: la caccia illegale per la carne e il cuoio ha provocato molte morti tra questi animali, così come la perdita di habitat dovuta ad un’estensione delle aree agricole dell’uomo, che peraltro, attraverso l’introduzione del bestiame domestico, aumentano la competizione che le zebre devono fronteggiare per i pascoli.

Sono queste le ragioni che hanno determinato, negli anni, il calo del numero degli esemplari compresi sotto il genere Equus: la speranza è che soprattutto i governi locali, con l’aiuto di varie associazioni, continuino a fare di tutto per salvare l’animale a strisce più famoso, proteggendo il suo habitat e limitando sempre di più le minacce alla sua conservazione.

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