Storia del cappotto: come il capospalla da donna si è evoluto nel tempo

Le donne alla moda non fanno mai mancare, nel proprio guardaroba, almeno un cappotto. Lungo o corto, in pura lana o in denim, modello classico, caban o trench. Le scelte, oggi, sono davvero tante, ma tutte hanno avuto origine da un unico capo, tra l’altro maschile: la marsina.

Nata nel XVII secolo per accompagnare i nobili e gli aristocratici nelle sue uscite a cavallo, si presentava come un lungo capospalla ricamato ed elegante. Nel tempo, le modifiche apportate sono state davvero tante e hanno portato alla nascita dei tanti modelli di cappotto da donna, ma anche da uomo, attualmente disponibili.

La nascita del cappotto da donna

Il primo cappotto femminile, la doglietta, venne creato nel 1800. Derivante, come detto, dalla marsina, si presentava come un capospalla lungo, ricamato, realizzato in seta o altri tessuti di pregio e arricchito con inserti in pelliccia e imbottiture. Il suo aspetto era quello di una raffinata vestaglia, calda e ideale per accompagnare le nobildonne durante le occasioni mondane.

Verso la metà del XIX secolo, fa la sua comparsa il dolman, caratterizzato da ampie maniche e dalla presenza di ricami e guarnizioni in pelliccia. Sul finire dell’Ottocento, vediamo invece la doglietta trasformarsi in spolverino, una sorta di lungo e leggero cappotto ideale per proteggere i vestiti dalla polvere durante i viaggi. Al suo fianco si fa strada il cappotto alla cosacca in astrakan, caratterizzato da collo alto e abbinato al manicotto in pelliccia.

Il cappotto da donna nel Novecento

Con l’inizio del nuovo secolo e delle lotte per l’emancipazione femminile la moda subisce profonde trasformazioni, adattandosi a stili di vita totalmente nuovi. È in questo periodo che fanno la loro comparsa cappotti midi in lana di cammello dalle linee essenziali e maschili, non più pensati per sottolineare la silhouette femminile, ma per risultare innanzitutto pratici e caldi.

Da quel momento, l’evoluzione del cappotto risulta particolarmente rapida. Negli anni Trenta compaiono cappotti da donna ispirati all’alta moda parigina e alle star di Hollywood, e caratterizzati da tagli dritti e ampie spalle, mentre già negli anni Quaranta le donne cominciano a indossare cappotti realizzati con materiali particolari, come il lanital e la oggi utilizzatissima viscosa.

È solo negli anni ’50 che i cappotti donna tornano a sottolineare le forme e cominciano ad accorciarsi. A fianco ai modelli a clessidra e a quelli dritti, si collocano, a partire da questo periodo, tantissime altre varianti, tra cui i modelli a corolla, a uovo e a fuso.

Il cappotto da donna oggi

La donna che desidera completare il proprio look con un cappotto può oggi scegliere tra un’infinità di modelli. Tra i più ricercati e alla moda rientrano quelli lunghi con cintura in vita, da portare aperti o chiusi, e quelli oversize, ideali per chi desidera sfoggiare un look genderfluid e casual. Irrinunciabili anche i reverse, in grado di adattarsi a diversi contesti, e i trench, perfetti quando le temperature cominciano ad alzarsi.

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