Procrastinare, perché lo facciamo? I trucchi per smettere

Molte sono le persone nel Mondo che tendono a procrastinare quotidianamente gli appuntamenti e gli impegni più gravosi e meno interessanti. Perché questa necessità di rimandare le cose da fare? Come cambiare rotta e iniziare ad agire?

 

“Oggi non riesco, non ho voglia, lo faccio domani”.

Una semplice frase che chiunque avrà pronunciato almeno una volta nel corso della propria vita.

Rimandare nel futuro un’azione che potrebbe o, meglio, dovrebbe essere compiuta nel presente traduce perfettamente il significato della parola “procrastinare”.

Una tendenza diffusa tra molte persone, solite schivare impegni e appuntamenti meno interessanti presenti sul proprio calendario o sulla propria agenda, per i motivi più svariati.

Cosa si cela dietro questo comportamento e come cambiare registro e smettere di rimandare? Scopriamo alcuni trucchi che potrebbero tornare utili.

Perché procrastinare?

Procrastinare deriva dal latino crastĭnus, aggettivo di cras, parola che si traduce con il termine “domani”.

Prendendo come fonte il Vocabolario Treccani, la parola “procrastinare” significa: “Differire, rinviare da un giorno a un altro, dall’oggi al domani, allo scopo di guadagnare tempo o addirittura con l’intenzione di non fare quello che si dovrebbe”.

Sveglia, occhiali e agenda su un tavolo
Immagine | Unsplash @TowfiquBarbhuiya – Socialboost.it

Procrastinare, dunque, è l’azione compiuta in maniera consapevole da chi rimanda a domani ciò che potrebbe essere fatto oggi, pur essendo a conoscenza dell’importanza di ciò che sta posticipando.

Esattamente il modo in cui questa tendenza ad agire viene spiegata in psicologia, dove la procrastinazione indica essenzialmente “quel comportamento che ci spinge a ritardare volontariamente un’azione nonostante la consapevolezza delle future conseguenze negative. In questo frangente, si tende a sostituire attività prioritarie con altre molto meno rilevanti e più piacevoli”.

La procrastinazione viene, per questo, definita anche come “la ladra del tempo”, ovvero una tendenza negativa che quotidianamente deresponsabilizza e ruba pezzi di vita a chi è solito associare la propria persona a questo verbo.

Il procrastinare è un’azione che fa spesso perdere importanti opportunità nel presente, ma che, nonostante ciò, continua a essere ripetuta.

È il non fare. Il pensare che ci sarà sempre tempo per compiere un’azione che oggi non si ha proprio voglia di eseguire. Un’attesa perenne, alla ricerca della forza e del coraggio necessari per smuoversi da quella che si crede essere la propria zona di comfort.

Tutti aspetti che fanno facilmente capire come una tendenza a procrastinare non sia mai una buona cosa, eppure c’è chi proprio non riesce a farne a meno. Perché?

I motivi possono essere molteplici. C’è chi procrastina per paura di assumersi le proprie responsabilità, chi per timore di andare incontro a un insuccesso, chi perché paralizzato da troppo stress, da un perfezionismo maniacale e chi semplicemente per evitare di fare quello che sarebbe il proprio dovere.

Una serie di casi differenti, tutti accomunati da uno stesso modus operandi: sostituire impegni prioritari e, magari, poco piacevoli, con attività meno urgenti e rilevanti, ma più accattivanti.

Un’azione che, se ripetuta in maniera sistematica, può portare a sviluppare quella che dagli esperti viene definita una procrastinazione cronica, la quale a sua volta sfocia in un vero e proprio stato di blocco che finisce con l’influire molto negativamente sulla vita quotidiana di una persona.

Una grande confusione mentale, una sensazione generale di essere incapaci di raggiungere gli obiettivi fissati, un senso di insoddisfazione perenne e una svalutazione profonda del proprio io, sono tutti sintomi della procrastinazione.

Solitamente chi procrastina un compito da svolgere lo fa o perché non ha alcuna voglia di compiere l’azione richiesta o perché non si reputa all’altezza.

Alla base della procrastinazione ci sono, dunque, pigrizia e insicurezza.

Quando ci si trova davanti a un compito impegnativo, allontanare dalla propria mente i pensieri negativi che derivano da questa situazione di stress, permette ad alcune persone di sentirsi immediatamente meglio.

Da qui il desiderio di procrastinare, azione usata essenzialmente come medicina per riacquistare in poco tempo un perduto senso di serenità.

Si finisce così con il lasciarsi guidare dal soddisfacimento delle proprie emozioni, seppure la ragione renda subito chiaro e visibile come questo modo di agire sia assolutamente sbagliato.

Chi procrastina, come detto in precedenza, lo fa in maniera consapevole. Sa di sbagliare, eppure non riesce a smettere.

Una sorta di dipendenza che guida le azioni quotidiane. Uno stile di vita che finisce spesso col far provare vergogna e senso di colpa a chi opera in questo modo.

È così che si inizia a sentirsi sempre meno indipendenti e che ogni piccola attività, anche la più semplice, comincia a prendere le sembianze di un ostacolo insormontabile.

Un climax negativo che porta a generare sempre maggiori ansie, paure, tensione e insoddisfazione.

Come cambiare e iniziare ad agire?

Il primo passo verso la risoluzione di un problema è ammettere di avere un problema.

Una massima che vale anche per la procrastinazione, tendenza che può essere modificata soltanto dopo essersi resi conto di non poter più lasciare che a guidare la propria vita sia il domani.

Calendario che mostra una tendenza a procrastinare
Immagine | Unsplash @TowfiquBarbhuiya – Socialboost.it

Per smettere di procrastinare serve quindi iniziare a dare grande importanza all’oggi, al presente, partendo dalle piccole azioni quotidiane.

Come? Ecco alcuni trucchi.

Prima di tutto, è fondamentale iniziare a distinguere gli appuntamenti urgenti e importanti da quelli secondari e meno rilevanti.

Ai primi deve essere data la priorità assoluta, mentre ai secondi si può pensare in un momento successivo.

Va, quindi, creata una scala di valori, la quale deve diventare poi il metro da seguire giornalmente.

Molto utile può essere, poi, iniziare dalle piccole azioni, dall’esecuzione di compiti semplici e dal risultato facile da ottenere. Ogni compito portato a termine contribuirà ad aumentare la fiducia in se stessi, spingendo a compiere il passo successivo.

Importante è anche stabilire degli obiettivi intermedi, più difficili di quelli già raggiunti, ma non irrealizzabili. Serve, quindi, il senso della misura.

Queste tappe di metà percorso torneranno utili quando si avranno dei momenti di paura e sconforto e fungeranno da stimolo per rimettersi in carreggiata e tornare a correre verso l’obiettivo finale.

Raggiungerli darà grande soddisfazione e contribuirà ad accrescere la propria consapevolezza di poter davvero arrivare fino in fondo.

Aspetto spesso sottovalutato, ma molto importante, è anche il saper chiedere aiuto.

Non si deve provare vergogna nell’appoggiarsi a qualcuno e farsi aiutare nei momenti di maggiore stress.

Dal punto di vista pratico, il miglior modo per iniziare a smettere di procrastinare è segnarsi su un calendario o su una agenda le scadenze più importanti e rispettarle.

Darsi un tempo limite entro il quale raggiungere il proprio obiettivo e impegnarsi al massimo per centrarlo. Con coraggio.

L’organizzazione deve essere alla base del proprio percorso di cambiamento.

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