Il testamento di Silvio Berlusconi diventa pubblico: ecco cosa contiene

Il testamento completo di Silvio Berlusconi sarà presto reso di dominio pubblico grazie alla decisione dei suoi eredi, presumibilmente entro la conclusione di questa settimana

La famiglia ha deciso di condividere il documento con il pubblico e di metterlo a disposizione degli operatori dell’informazione attraverso il notaio Arrigo Roveda, che ha assistito il defunto Cavaliere fin dai suoi primi passi nel mondo imprenditoriale. Questa scelta è stata presa dopo lunghe riflessioni, poiché gli eredi sono convinti dell’importanza di evitare la diffusione di notizie fantasiose o retroscena che potrebbero influenzare i mercati azionari di società quotate come Mediaset e Mediolanum. Attraverso il testamento aperto, verrà reso pubblico sia il nuovo assetto societario del gruppo Fininvest e delle sue partecipazioni significative (in particolare, Mediaset e Mediolanum), sia i lasciti di beni a terzi (come ad esempio a Marta Fascina), che rientrano nella quota di cui Silvio Berlusconi poteva disporre liberamente, pari a un terzo del suo patrimonio.

Il testamento di Silvio Berlusconi svela la sua eredità

L’annuncio del testamento integrale di Silvio Berlusconi è un importante passo verso la trasparenza e la chiarezza nel settore aziendale e finanziario. Gli italiani avranno l’opportunità di conoscere il destino delle società che sono state parte integrante del percorso imprenditoriale dell’ex presidente del Consiglio italiano. Inoltre, verranno svelati i beneficiari delle donazioni e delle liberalità che Berlusconi ha deciso di destinare, secondo le sue volontà, a enti o individui specifici. Questa condivisione permetterà di dissipare eventuali speculazioni e di fornire una visione completa della gestione del patrimonio di Berlusconi.

Berlusconi che si allaccia la cravatta
Immagine | @https://commons.wikimedia.org – socialboost.it

Il pubblico avrà quindi accesso diretto ai dettagli finanziari e operatori dell’informazione potranno analizzare con attenzione il possibile impatto di queste informazioni sui mercati. L’apertura di questo testamento rappresenta un esempio di responsabilità da parte degli eredi nel garantire l’integrità e la stabilità delle aziende coinvolte. Allo stesso tempo, offre un’opportunità di trasparenza e comprensione per il pubblico italiano, che potrà valutare gli eventi in modo informato e oggettivo.

Cosa rivela Silvio Berlusconi nel testamento: chi si aggiudicherà il suo impero?

L’asse ereditario dell’ex premier Berlusconi presenta alcune peculiarità, dato che non avendo coniuge a causa dei suoi divorzi passati, i due terzi del suo patrimonio saranno divisi tra i suoi cinque figli: Marina, Barbara, Pier Silvio, Eleonora e Luigi. Questa divisione include sia i beni attuali, sia eventuali donazioni fatte ai figli durante la sua vita, che verranno considerate nel calcolo complessivo. In teoria, potrebbe esserci un accordo familiare stipulato in vita per determinare la successione dell’impero aziendale, ma al momento non abbiamo notizie pubbliche in merito. 

Se ci fosse, verrebbe menzionato nel testamento. Per quanto riguarda Fascina, non avendo una motivazione solida, Monica Cirinnà ha escluso la sua legittima con la legge che porta il suo nome, consentendo solo alle convivenze omosessuali di ricevere una quota di eredità. Tuttavia, la stessa legge garantisce a Fascina, quale convivente eterosessuale di Berlusconi, il diritto di abitare a villa San Martino ad Arcore per cinque anni dopo la morte del politico, dopodiché il bene passerà ai figli eredi legittimi. 

Tra i beni lasciati in eredità viene inclusa una serie di tre preziosi oggetti che, a loro volta, sono già frutto di un’eredità precedente. Tra questi si trovano una modesta abitazione di due vani, un raffinato appartamento di 101 metri quadrati e un ampio garage di 102 metri quadrati, trasformato ad hoc in un atelier artistico situato a Trieste. Tali proprietà furono lasciate in eredità a Silvio, un fervente sostenitore del primo ordine nonché noto pittore triestino, Glauco Dimini. 

Nel corso di molti anni, Dimini inviò le sue opere in dono a Berlusconi, accompagnate da lettere di incoraggiamento a proseguire nella sua carriera politica. Questi gesti generosi consolidarono una prolungata corrispondenza epistolare tra l’allora secondo in comando di Forza Italia, Sandro Bondi, e il prolifico pittore. 

Gestione cookie