Giornata mondiale del leone, 10 curiosità sul “Re della savana”

Celebriamo la Giornata mondiale del leone provando a conoscere più a fondo questo maestoso animale. Ecco qualche curiosità particolare sul “Re della savana”

 

Anche quest’anno il 10 agosto 2023 si festeggia la Giornata mondiale del leone.

Un intero giorno dedicato al felino più maestoso che vive attualmente sulla Terra: il “Re della savana”.

Nel regno animale è uno degli esemplari più rispettati e temuti. L’uomo sta, invece, contribuendo alla sua estinzione.

Conosciamolo meglio, andando alla scoperta anche di qualche curiosità che, forse, non tutti sanno.

Giornata del leone, un animale da proteggere

Basta pronunciare la parola leone che nella mente umana si attiva pressoché immediatamente l’immagine dell’Africa e di una natura selvaggia, accompagnata anche da un certo sentimento di riverenza.

D’altronde, stiamo pur sempre parlando del “Re della savana”, di quell’animale che nel continente africano ricopre il ruolo di specie dominante, da rispettare e ammirare.

Azioni che, purtroppo, l’essere umano si è abituato a compiere sempre meno.

Primo piano sul muso di un leone
Immagine | Unsplash @IngoStiller – Socialboost.it

Le popolazioni di leone in Africa hanno, infatti, perso il 90% del loro areale originario, con il numero totale di individui calato drasticamente da 200.000 esemplari a meno di 30.000 nell’ultimo secolo.

Stando ai dati del WWF, solo negli ultimi vent’anni le popolazioni di leone hanno subito un declino del 43% e questo trend negativo sembra destinato a continuare.

È così che l’animale simbolo di resistenza e forza per eccellenza sta rischiando di scomparire. Anche a causa dell’uomo.

L’aumento della popolazione umana e l’incessante costruzione di strutture e infrastrutture da parte dell’uomo sono due delle minacce principali all’habitat del leone, il quale ha subito un degrado consistente negli ultimi anni.

Ma non solo. Anche il bracconaggio sta portando alla scomparsa graduale del “Re della savana”, visto che questo animale è vittima dell’avidità umana.

Sono molti i cacciatori senza scrupoli che catturano e uccidono diversi esemplari di leone, dei quali vendono poi le pellicce e varie parti del corpo, come, per esempio, le ossa.

Diverse parti del leone vengono, infatti, utilizzate nella medicina tradizionale cinese, come sostituti di quei derivanti ricavati dalla tigre e oggigiorno sempre più difficili da reperire.

Una pratica da condannare, visto che il leone è stato inserito nel 1975 nella CITES, ovvero nella “Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione” firmato a Washington, negli Stati Uniti d’America, nel 1973.

A minacciare la sopravvivenza di questa specie è, poi, anche la continua diminuzione delle sue prede elettive (a loro volta cacciate sempre dall’uomo o in declino per via di un cambio di habitat, ndr), così come anche l’aumento degli accoppiamenti tra consanguinei, il quale comporta una perdita di diversità genetica.

Ciò accade in quanto le popolazioni di leone sono sempre più piccole e isolate tra loro, in un habitat ormai estremamente frammentato.

Basta pensare, infatti, che oggi il leone occupa solamente il 10% del suo originario areale, come dichiarato sempre dal WWF.

Nello specifico, i leoni vivono in 27 diversi Paesi dell’Africa, ma soltanto in 7 di queste zone si riescono a contare popolazioni composte da un numero superiore ai 1.000 individui.

In 26 Stati africani, invece, questo animale si è già del tutto estinto.

Per questo, è fondamentale iniziare davvero a proteggere e conservare concretamente i leoni.

Gli ecosistemi africani in cui questo animale vive ancora, riescono a generare servizi e beni in grado di garantire il benessere di oltre 300 milioni di persone nell’Africa sub-sahariana, dove la fornitura di servizi essenziali come l’acqua in città ha già subito una rapida ascesa e così continuerà a fare nel prossimo futuro.

È, infatti, stato appurato come, nelle aree che ospitano i leoni, si riscontri una capacità maggiore di erogare servizi ecosistemici.

Ciò accade in quanto questi animali contribuiscono direttamente ai diversi servizi ecosistemici.

Come? Prima di tutto, grazie alla loro fama. Essendo i “Re della savana”, i leoni riescono ad attrarre milioni di turisti ogni anno, movimentando così l’economia dei Paesi in cui questa specie è più diffusa.

I leoni, poi, sono legati pure all’erogazione indiretta di altri servizi ecosistemici.

È giusto ricordare come essi, nell’habitat in cui vivono, riescano ad alimentare un servizio di tutela delle sorgenti, le quali a loro volta sono fondamentali per poter garantire la fornitura di acqua potabile alle varie comunità locali, oltre che il mantenimento stesso dell’habitat del leone.

Gli alberi che popolano la foresta e la savana si alimentano, infatti, d’acqua, svolgendo poi un ruolo determinante e preziosissimo nello stoccaggio del carbonio.

Inoltre, queste aree garantiscono il necessario sostentamento alimentare delle comunità locali, proteggendole anche dagli eventi estremi causati ormai sempre più frequentemente dal cambiamento climatico globale.

Stando ad alcuni studi riportati ancora una volta dal WWF, le aree in cui si rileva la presenza del leone riescono anche a fornire circa l’11% dei servizi ecosistemici legati direttamente al controllo dell’erosione, oltre che alla protezione delle coste e alla mitigazione degli effetti causati dalle alluvioni.

Tutti motivi che dimostrano come il leone sia un animale estremamente importante per l’Africa e che, anche per questo, merita di essere salvaguardato.

Questa specie incarna, infatti, importantissimi valori legati alla cultura africana.

10 curiosità sul leone

Vediamo ora quali sono dieci curiosità che riguardano il leone. Dalle più note a quelle davvero impensabili.

Leone in piedi in uno zoo
Immagine | Unsplash @MikaBrandt – Socialboost.it

1. Mammifero appartenente alla famiglia dei felini, di cui è l’esemplare più grande dopo la tigre, il leone è considerato simbolo di coraggio e fierezza. Vive per la maggior parte in Africa, nei territori al di là del deserto del Sahara, ma anche in Asia. In particolare, è possibile trovare una popolazione di leoni asiatici in India, nel Parco Nazionale di Sasan-Gir.

2. Quando nascono, i cuccioli del leone hanno un manto maculato. Le piccole macchioline servono per permettere ai piccoli di nascondersi meglio nella vegetazione quando le leonesse sono a caccia e scompaio poi con l’avanzare dell’età.

3. Un maschio di leone può pesare fino a 190 kg, mentre una femmina solitamente arriva a 130 kg. La corporatura possente permette a questo animale di cacciare anche prede molto più grandi di lui e di proteggere con maggiore efficacia il proprio branco. Questa massa consente, inoltre, al leone di restare in forze anche nei momenti di pausa, i quali sono decisamente prolungati. Un maschio di leone può riposare anche per 20 ore al giorno, mentre l’atto della caccia viene demandato alle leonesse. Il primo a mangiare la preda catturata, però, è proprio il maschio.

4. La criniera di un leone racconta la sua storia. Più un esemplare invecchia anagraficamente, più la sua criniera diventa folta, scura e lunga. Essa è un simbolo di potere e piace molto alle femmine, le quali preferiscono accoppiarsi con chi ne presenta una lunga e scura. La criniera serve anche a proteggere il leone da graffi e morsi durante i combattimenti.

5. I leoni possono essere considerati dei felini socievoli, dal momento che amano vivere in gruppo. Nello specifico, il branco viene chiamato anche “orgoglio” e solitamente è composto da tre leoni e dodici leonesse. I cuccioli vengono quindi allevati in comunità, tanto che un piccolo può essere allattato anche da un’altra femmina nel caso in cui la mamma non sia disponibile.

6. I leoni sono grandissimi mangiatori. Possono mangiare fino a 40 kg di carne al giorno, ovvero l’equivalente di ¼ del proprio peso corporeo. A facilitarli in questo atto è la lingua, ricoperta di papille appuntite e affilate, utili a raschiare via la carne dalle ossa delle prede.

7. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, i leoni non sono solamente carnivori. Essi nel tempo si sono, infatti, abituati a convivere con condizioni spesso difficili, facendo di necessità virtù. Per questo, il leone all’occorrenza può nutrirsi anche di frutta e verdura, soprattutto nel deserto dei Kalahari, dove si disseta divorando grandi quantità di zucche selvatiche.

8. Il leone è dotato di una vista sei volte migliore di quella umana in condizioni di oscurità. Una membrana presente dietro ai suoi occhi gli permette, infatti, di catturare la luce lunare, rendendolo un grande cacciatore notturno. Questo aspetto gli da un vantaggio sulle proprie prede, con il leone che ama cacciare anche durante una tempesta, in quanto il vento e il frastuono provocato dal temporale porta via il suo odore e ne nasconde i rumori.

9. Il leone è l’unico felino che ruggisce all’unisono. Questo verso gli serve per socializzare, oltre che a marcare il territorio. A differenza di quello della tigre, che può essere avvertito fino a 3 km di distanza, il ruggito del leone può spingersi fino a 8 km in lontananza e solitamente viene prodotto in coro. Anche i cuccioli contribuiscono a questa pratica, ruggendo insieme agli altri componenti del branco.

10. Oltre al leone classico, dai colori marroncini e rossastri, in natura esiste anche il leone bianco. Si tratta di una specie in cui il gene dominante causa albinismo e che, nella leggenda, viene indicata come un messaggero di Dio, in grado di assicurare pace e prosperità. Quando un leone si accoppia con un esemplare diverso, nasce invece un ibrido. Dall’unione tra leone e tigre, per esempio, nascono il ligre e il tigone. Da quella tra leone e leopardo il leopone e da quella tra leone e giaguaro il giaguone.

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