La parola hijab deriva da “hajaba”, che significa “coprire” o “nascondere”, è un copricapo o velo indossato da alcune donne musulmane come segno di rispetto della loro fede religiosa. Che differenza c’è con gli altri capi?
Oggi, 1 febbraio, è la Giornata mondiale del velo islamico, detta anche World Hijab Day. È stata istituita nel 2013 dalla bangladese Nazma Khan con lo scopo di sensibilizzare la consapevolezza sull’hijab, il velo indossato da alcune donne musulmane, e di promuovere il rispetto per la libertà religiosa e la diversità culturale. “All’indomani dell’11 settembre 2001, le donne musulmane che indossavano l’hijab, me compresa, hanno subito discriminazioni e molestie”, racconta chi lo utilizza, spiegando l’importanza di un movimento che rivendichi l’”orgoglio” di indossare il velo.
Il World Hijab Day è diventato nel corso degli anni un evento popolare e ha raccolto la partecipazione di molte persone di diverse fedi. Durante la giornata le donne musulmane – e non – sono invitate (se lo desiderano) a indossare il hijab per un giorno, come segno di solidarietà e di non discriminazione nei confronti di chi non lo usa e per accogliere il messaggio che si nasconde dietro a questa usanza importante per il popolo femminile musulmano.
La Giornata mondiale del velo islamico nasce con l’intento di promuovere il dialogo interculturale e abbattere gli stereotipi, condividendo le proprie esperienze e raccontando la propria cultura. L’argomento hijab, tuttavia, è molto complesso perché legato alla questione della libertà religiosa delle donne. Per questo motivo il World Hijab Day è oggetto di dibattito e critiche poiché potrebbe porre il tema su un piano superficiale e non affrontare tutti i suoi aspetti più profondi.
Lo hijab è indossato da alcune donne musulmane come segno di modestia e rispetto per la loro fede religiosa. “Il velo è un codice di abbigliamento che si manifesta non solo nell’abbigliarsi, ma anche nell’essere” racconta Fairouz Mouradi, ragazza musulmana di 20 anni, a Fanpage. “Più approfondisci l’Islam più vuoi portare il hijab. La senti come una necessità” ha spiegato. La scelta di indossare lo hijab è personale e non un obbligo, è influenzata da fattori culturali e personali e da come ognuno interpreta la religione. Alcune donne lo indossano regolarmente come parte della loro pratica religiosa, mentre altre possono scegliere di non farlo.
“Non è un comandamento, non è un obbligo: è una prescrizione. Se tu, persona musulmana, che decidi se aderire o no. Se una persona viene costretta, e si verifica, non ne capisce il significato. Questo è l’errore più grave che i genitori possano fare verso i loro figli. Una donna può conoscere Dio e scegliere di non portarlo. Nel Corano è scritto: non c’è costrizione nella religione. Deve essere una scelta personale, consapevole, voluta“, continua Fairouz Mouradi.
Il hijab è un copricapo o velo indossato da alcune donne musulmane come segno di rispetto della loro fede religiosa. Copre i capelli e il collo della donna, lasciando il viso scoperto. La parola hijab deriva da “hajaba”, che significa “coprire” o “nascondere”. Viene utilizzato dalle donne islamiche per:
“C’è questa idea secondo cui portare il hijab ti vada a oscurare completamente, come se tu non potessi più essere te stessa, ma non è così. C’è un detto di Muhammad che dice: Dio è bello e ama la bellezza. Quindi la ricerca della bellezza è voluta e incentivata. L’importante è rispettare sempre i valori di pudore e modestia. Se si cerca la bellezza rispettando questi valori si è completamente in linea con l’Islam“, ha raccontato Fairouz Mouradi sempre a Fanpage.
Oltre all’hijab le donne musulmane possono indossare altri tipi di copricapo o veli. Eccone due e in cosa si differenziano dall’hijab:
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