Da Jojo Rabbit a La Vita è Bella, ecco come il cinema ha saputo raccontare in modo rispettoso e commovente il capitolo drammatico dell’Olocausto
Oggi, 27 gennaio, il mondo si ferma in una giornata di riflessione e commemorazione, segnando la Giornata della Memoria dell’Olocausto.
Questa data è stata scelta per ricordare la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau da parte delle truppe sovietiche nel 1945.
In questa giornata così seriamente delicata, l’unica responsabilità fondamentale è insita nel nome della ricorrenza: ricordare. Anche tramite il cinema.
La Giornata della Memoria non è solo un omaggio a coloro che hanno sofferto durante l’Olocausto, ma anche un impegno collettivo a preservare la verità storica. È un richiamo costante affinché il mondo non dimentichi mai gli orrori perpetrati dall’ideologia nazista, e che ciò che è accaduto diventi una lezione eterna contro l’odio, la discriminazione e l’indifferenza.
Questo giorno ci invita a rinnovare il nostro impegno per una società basata sulla tolleranza e la comprensione reciproca. La memoria dell’Olocausto è una lanterna nella notte dell’ignoranza, guidandoci a combattere ogni forma di pregiudizio e ingiustizia.
Dunque, in questa ennesima Giornata della Memoria, in questo periodo piuttosto buio, vogliamo ricordare sette film che, con delicatezza e rispetto, ci aiutano a riflettere sulla storia dell’Olocausto e a mantenere viva la memoria di coloro che hanno sofferto.
Questo capolavoro di Benigni, vincitore di tre premi Oscar, offre un’interpretazione unica e commovente dell’Olocausto. La storia segue la vita di Guido, un uomo ebreo internato in un campo di concentramento con suo figlio. Attraverso il suo spirito speranzoso, il film affronta il tema delicato dell’amore e della protezione genitoriale anche nelle situazioni più difficili.
Un classico moderno, questo film racconta la storia vera di Oskar Schindler, un uomo d’affari tedesco che salvò la vita a oltre 1.200 ebrei durante l’Olocausto. La regia magistrale di Spielberg e le potenti interpretazioni degli attori rendono il film un’esperienza emozionante e riflessiva sulla redenzione e sulla complessità morale.
Anne Frank e il suo straordinario diario rivivono in un film d’animazione che unisce il passato al presente, il dramma dell’Olocausto e la crisi dei rifugiati, la generazione della seconda guerra mondiale con i giovani attivisti di oggi. Il regista israeliano Ari Folman (Valzer con Bashir, premiato con Golden Globe e Bafta) ha realizzato un film pieno di memoria e di speranza come omaggio “ai miei genitori sopravvissuti all’Olocausto”. Il film Il diario di Anna Frank (su Now e Sky) tiene insieme il passato e il presente.
Basato sulle memorie del compositore e pianista ebreo Władysław Szpilman, questo film segue la sua storia di sopravvivenza nel ghetto di Varsavia durante l’Olocausto. La regia di Polanski offre una visione intima e toccante della disumanizzazione e della resilienza di fronte alla persecuzione.
Ha vinto un Oscar per la miglior sceneggiatura non originale il film di Taika Waititi Jojo Rabbit (Disney+ e chi è a Roma può anche vederlo alla Casa del cinema sabato 27), romanzo di formazione di un ragazzino tedesco durante il nazismo.
A dieci anni Jojo vive solo con la madre Rose (strepitosa Scarlett Johansson), passa le giornate con il suo amico immaginario, una versione parodia di Adolf Hitler (interpretato dallo stesso regista), che si è creata nella sua mente frutto della propaganda, ma il suo mondo illusorio comincia a sgretolarsi quando scopre che sua mamma nasconde in casa una ragazza ebrea. Adatto anche (e soprattutto) ai giovani spettatori.
Mentre il film si concentra principalmente sulla vita di Johannes Vermeer, il famoso pittore olandese, esso fornisce uno sguardo inquietante sulla discriminazione religiosa e sugli orrori dell’Inquisizione spagnola. L’opera offre uno spunto per riflettere sulla tolleranza e sulla comprensione reciproca.
Basato sull’omonimo romanzo di John Boyne, questo film segue la storia di un bambino tedesco ebraico che, inconsapevolmente, fa amicizia con un ragazzo internato in un campo di concentramento. La narrazione delicata e la prospettiva infantile rendono il film toccante e potente, ponendo l’accento sulla purezza e sull’innocenza attraverso gli occhi dei bambini.
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